6 Febbraio 2013
L'informazione mi fa impazzire
Mi sveglio alle 7.00 tutte le mattine e la prima cosa che guardo ancora prima di prendere il caffè, è l’email. Uffici stampa di case editrici varie urlano al mondo che il loro è il caso editoriale dell’anno e Google News mi avverte che:
potrei essere in fin di vita perché uso il cellulare;
mio figlio potrebbe essere affetto da una sindrome che identifica i bambini iperattivi;
tutto quello che mangio fa schifo e col tempo, se non ce l’ho già, mi verrà un cancro;
se compro le scarpe tutte storte che rassodano il culo, rassodo il culo ma mi spezzo la schiena;
il mio paese è in crisi, tutti i giorni;
Beppe Grillo è il migliore del momento ma è un coglione;
Berlusconi è tornato.
Chiudo la casella di posta elettronica. In fondo devo sbrigarmi, ho da fare ancora una marea di cose e cercare di sopravvivere facendole. Soprattutto devo:
evitare luoghi troppo affollati perché potrebbero rubarmi il figlio e farne fegatini al vapore;
andare pian pianino con la macchina perché potrei morire spiaccicata su un camion;
cercare aziende agricole che vendono prodotti bio e quindi non avvelenati;
non stare troppo al pc altrimenti poi dormo male.
Poi, essendo una mamma senza istinto omicida, dovrei cercare di:
non sgridare troppo mio figlio altrimenti cresce traumatizzato;
dare un ritmo abbastanza serrato alle giornate altrimenti “il bambino” (ma vi capita mai di sentirvi chiedere: come sta il bambino? Ma quale bambino, è mio figlio) potrebbe poi avere dei disturbi della personalità;
non urlare e soffocare la rabbia in modo che prima o poi venga fuori in formato ulcera/cancro (niente, a quello non si scampa);
non parlare di mio figlio davanti a mio figlio (cioè davanti a lui) perché potrebbe crescere insicuro.
Ovviamente, mentre cerco di barcamenarmi tra gli ostacoli del quotidiano, l’essere una mamma calma, risoluta, pacifica e rilassata, tento anche di lavorare. E così buona parte della giornata la passo a spiegare che:
no davvero, non lavoro gratis, per antonomasia;
no non sono in grado di procurarti 10 clienti in 2 ore, no, non funziona così il mio lavoro;
no mi spiace ma un pezzo di 4000 caratteri in 24 ore non riesco a prepararlo.
“Papà” chiedo qualche volta al mio saggio genitore “ma è sempre stato così”?, “Sì, è solo che adesso si sa di più“.
La prendo per buona, spengo tutto e vado a sdraiarmi sul prato.
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